mercoledì 3 luglio 2013

10° Lezione

“POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA”
 
Il soccorritore si posiziona alla sinistra della vittima. Le tira su il braccio sinistro mettendolo leggermente obliquo. Si deve girare sul lato sinistro la vittima senza staccare il contatto con le mani, mettendone una sulla spalla destra e un’altra sul ginocchio e poi, “scivolando”, sul gluteo destro. Le articolazioni dell’infortunato non si devono muovere. Gli si iperestende la testa e la si fa appoggiare sulla sua mano destra, in modo che vomiti per terra. Ogni tanto il soccorritore deve controllare se respira ancora mettendogli un dito sotto il naso o vicino alla bocca.

NOI, GLI ALTRI, L'EMERGENZA E L'ATTIVITà DI SQUADRA!

Che cosa deve fare il soccorritore? Deve riuscire a mantenere la calma per valutare ed agire correttamente.

Cercare conforto nei colleghi!

RICORDARE: come l’agitazione, anche l’autocontrollo è contagioso: vince il più forte!
Il soccorritore deve evitare problematiche. C’è il pericolo che il soccorritore tenda esclusivamente al successo individuale del proprio intervento.
Lavorare in squadra significa:
  1. Dichiarare la propria responsabilità;
  2. Avere fiducia nella competenza degli altri;
  3. Chiedi e ti sarà dato (aiuto);
  4. Essere totalmente trasparenti, cioè chiari;
  5. Dare un valore alla missione da compiere, che NON È UNA ROUTINE;
  6. Dimostrare ottimismo.
Se lavorate in gruppo, condividete sempre le informazioni!


PRESIDI PRESENTI NELL'AMBULANZA:

In caso di incidente da trauma si esce subito con il collarino. Un soccorritore tiene la testa della vittima in iperestensione e l’altro gli mette il collarino (anche con il collarino la testa va sempre tenuta ipertesa).

Barella spinale è una specie di tavola da surf e si usa per le persone pluritraumatizzate o che si pensa che siano traumatizzate. Se c’è una presunta lesione alla spina dorsale si usa la barella a cucchiaio e poi si mette la vittima sulla barella spinale. Poi si lega la vittima alla spinale con “il ragno”: si legano le prime 2 fasce e poi le ultime 2. Infine si lega alle braccia, sulle cosce (con le mani “allungate”) e poi alle ginocchia.
La “barella americana” è quella che va sull’ambulanza. (Quando si sale in ambulanza bisogna sempre sapere dove si trova l’occorrente!) Si posiziona la vittima sulla barella, la si lega e la si copre con una coperta. Per far entrare la barella in ambulanza prima tirare la leva destra, e intanto spingere, poi la leva sinistra, mettendo il ginocchio sotto in modo che non ci scappi, ed accompagnarla.
Un altro mezzo di trasporto è il telo che NON SI USA PER I TRAUMI ma per tutto il resto. Le fibbie vanno sotto ed i soccorritori si mettono i lacci ai polsi.

La sedia infartuata (regge fino a 150 kg) serve per trasportare le persone con problemi respiratori o che hanno appena avuto un infarto.

Se gli strumenti sono sporchi di sangue vanno puliti subito con l’acqua ossigenata e poi lavati quando si ritorna in sede.

Le steccobende  possono essere di varie misure e forme.

Il Ked o l’estricatore serve per tenere fermo il bacino delle persone se è rotto, oppure il femore, ma anche per tirare fuori le persone dalle automobili.

Bisogna sempre mettere il collarino inserendolo da dietro.
Cosa fare in caso di infortunio:
  1. Si controlla la coscienza nel verso in cui sta girata la testa;
  2. Ci sono SEMPRE 3 soccorritori: 2 ai lati della vittima e 1 dietro di essa: si mette dritto l’infortunato, la testa iperstesa e si mette il collarino, poi l’estricatore. I lacci si inseriscono: 1 in mezzo, 2 sotto e 3 sopra l'infortunato;
  3. Si immobilizza la testa;
  4. Si mettono le cinghie sotto le gambe;
  5. Si tira la vittima mettendola sulla barella spinale;
  6. Si mette sulla barella americana e si porta via; 
  7. Si mette tutto a posto.
MOTOCICLISTA  A TERRA CON CASCO:
  1. Si allinea il corpo, un arto per volta, e si slaccia il casco;
  2. 2 soccorritori: uno con 2 dita sotto il mento della vittima e altre 2 sotto la sua testa per sorreggergliela (il soccorritore deve stare in ginocchio quasi sdraiato),  l’altro sfila piano il casco facendo INDIETRO-AVANTI, facendo attenzione al naso del motociclista;
  3. Un terzo soccorritore tiene immobile la testa mentre gli altri 2 mettono alla vittima il collarino. La testa deve essere lasciata SOLO quando la vittima viene messa sulla barella a cucchiaio.
MOTOCICLISTA A TERRA CON CASCO A PANCIA SOTTO:
  1. Valutare la coscienza ;
  2. Tenere la testa SEMPRE FERMA durante tutta la manovra (chi sta alla testa è quello che comanda);
  3. Fare domande alla vittima per indagare il punto in cui prova dolore tastandogli gli arti;
  4. Allineare il corpo della vittima tirando leggermente gli arti e fare un eventuale steccaggio dell’arto dolente tirando leggermente su la gamba prendendo i pantaloni mentre un altro soccorritore infila la steccobenda.


Il motociclista viene prima girato da un lato, tenendogli alto il braccio del lato in cui deve essere girato per facilitare la manovra, e poi va messo supino (a pancia in su). Quest’ultima  operazione deve essere eseguita da tutti e 3 i soccorritori contemporaneamente. Poi gli si mette il collarino con la procedura che già conosciamo. Si mette la vittima sulla barella a cucchiaio prendendo la sua misura.  La si chiude, facendola scattare, la si trasporta sulla barella spinale, continuando a mantenere la testa ferma, si toglie il cucchiaio e si mette tutta l’attrezzatura richiesta.

martedì 2 luglio 2013

9° Lezione


Basic Life Support (BLS) = supporti base per la vita.

Lezione sul massaggio cardiaco e sulla respirazione bocca a bocca (mouth-to-mouth resuscitation).

Un manichino elettronico, che costa 4.000 euro, ha nella gabbia toracica dei sensori per verificare che il praticante applichi una giusta posizione delle mani ed effettui un'adeguata insufflazione nei polmoni.

Le cellule cerebrali prima di andare in nècrosi ci mettono solo 3 minuti. Poi il tessuto cerebrale viene danneggiato più o meno irrimediabilmente. Quindi il compito del soccorritore è di cercare di ridurre il danno al cervello, seguendo sempre il protorcollo IRC (Italian Resuscitation Council).

Le linee IRC hanno sempre due linguaggi, quello medico e quello "laico". Per un soccorritore "laico", quindi NON medico, una persona che non respira ha SEMPRE il cuore fermo.

Cosa fare in questo caso?

1) CONTROLLARE LA SCENA: controllare il luogo in cui si trova la vittima e mettersi al riparo per evitare di peggiorare la situazione o subire la stessa sorte. Mettersi in sicurezza controllando il luogo a "S" o a "Z", partendo dall'alto fino a terra. In caso di shock elettrico spegnere l'interruttore o togliere di mezzo i fili elettrici.

2) CONTROLLARE LA COSCIENZA: mettere le mani sulle spalle della vittima e squoterla chiamandola (ad alta voce) vicino ad entrambe le sue orecchie perché potrebbe essere sorda. Se è priva di coscienza chiamare aiuto.

 
3) ALLINEARE IL CORPO DELLA VITTIMA E SPOGLIARLA: bisogna girarle la testa senza alzarla da terra. Quindi:
  • mettere una mano sulla fronte e l'altra sulla mandibola (le parti dure della testa);
  • mettere le proprie mani sulle guance della vittima.
Il naso deve essere allineato con la linea immaginaria che divide il corpo a metà.

4) CI DEVE ESSERE "GAS" (Guardo, Ascolto, Sento):
  1. Guardo se il torace si alza e si abbassa con il respiro della vittima;
  2. Ascolto se c'è il rumore del respiro ma in assenza di questo...
  3. Sento se esce aria dal naso o dalla bocca. Il tutto sfiorando il naso della vittima con la nostra guancia e, ovviamente, l'orecchio.
5) IPERTENDERE LA TESTA DELLA VITTIMA: mettere il palmo della mano sulla fronte e due dita sotto il mento per portare indietro la testa senza toccare le vertebre del collo per non lesionarle ulteriormente in caso di frattura della colonna. Se la vittima ha qualcosa di liquido in bocca girarle la testa per farlo uscire da solo ma se ha qualcosa di solido usare delle pinze per estrarlo. Si avvicina l'orecchio al suo naso e si aspettano 10 secondi. Se la vittima è priva di coscienza, anche con le vie aeree aperte, si chiama il 118 e si inizia a fare il... 

6) MASSAGGIO CARDIACO E RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA: alternare 30 compressioni a 2 insufflazioni. Bisogna fare 2 compressioni al secondo per 18 secondi, abbassando il torace della vittima di 3 o 4 cm. Il tempo di flessione è uguale al tempo di rilascio.
Posizionare la vittima a terra o su una superficie rigida. Mettere la mano tra i due capezzoli, con la base sulla linea immaginaria che divide il corpo. Dall'alto, il nostro dito medio deve impedirci la vista del capezzolo della vittima per farci capire che la posizione è corretta. Si spinge solo con il collo della mano sinistra, la mano destra tiene l'altra in modo che non vada a toccare il resto del corpo.
Le nostre gambe devono stare, in ginocchio, a cavallo della spalla della vittima e poi è tutto un lavoro di spalle. Si va giù con le spalle e si fa pressione.
Per l'insufflazione la bocca del soccorritore deve coprire tutta la bocca della vittima e bisogna foffiare dentro la sua normalmente attappando il naso della vittima con due dita. Dopo la prima insufflazione ci si scansa per evitare che la vittima ci vomiti in faccia. Dopo il successivo soffio si guarda se le si alza e le si abbassa il torace (ci si discosta un poco per permettere l'espirazione, cioè che l'aria esca dai polmoni). 


In via occasionale un soccorritore "laico" può fare solo il massaggio cardiaco perché magari fare la respirazione bocca a bocca potrebbe causargli danni in caso di presenza di sangue nella bocca della vittima o di qualcosa che comprometterebbe la salute del soccorritore. Comunque l'obiettivo del soccorritore è di fare bene quello che sa fare.

Si smette di fare il massaggio cardiaco quando:
  • arriva il 118;
  • il soccorritore è sfinito;
  • c'è "MOTORE" (MOvimento, TOsse, REspiro). In questo caso chiamare la vittima squotendola. Se non si "sveglia" continuare il massaggio.
 Quando si inizia a fare il massaggio cardiaco bisogna sempre annotarsi l'ora.

Le compressioni si contano ad ALTA VOCE!

Per 4 volte si fanno 30 compressioni e 2 insufflazioni.
Se si è stanchi si fa il cambio con un altro soccorritore: alla 27esima compressione si dice "ALLA (28) - PROSSIMA (29) - CAMBIO (30)" e si cambia.
Ecco perché è importante contare ad alta voce!

8° Lezione

Approfondimento sugli apparati scheletrico, respiratorio e circolatorio.
 
Apparato scheletrico

Ossa degli arti superiori: OMEROULNARADIO
Ossa degli arti inferiori: FEMORETIBIAPERONE

Apparato respiratorio

I nostri alveoli sono 150/200 milioni e se aperti ricoprono una superficie pari a un campo da tennis, cioè circa 75 m².

Lo “SPAZIO MORTO” è l’insieme di volume di aria che pur respirandolo va a coprire un volume che non è destinato allo scambio, cioè è l’insieme dei tubi attraverso i quali passa l’aria ma dove non avviene lo scambio gassoso, poiché quest’ultimo avviene SOLO negli alveoli.

L’aria contenuta negli alveoli è di 350/380 ml. L’aria che respiriamo ad ogni respiro è di 500 cc e compiamo 12/18 atti respiratori al minuto. Quindi ad ogni respiro immettiamo 500 ml d’aria nel nostro organismo. I polmoni contengono 4 litri d’aria e una parte di questi 4 l, cioè circa 1,5 l fa lo scambio gassoso con gli alveoli, mentre l’altra parte è una scorta sempre presente nei polmoni; viene usata, per esempio, quando si va in APNEA. Quindi, in conclusione, i nostri polmoni possono contenere complessivamente 4,5 l di aria.

Apparato circolatorio

Il volume del sangue che circola è circa il 7% del peso corporeo. Esempio: Una persona di 100 kg ha circa 7 l di sangue.
 
La membrana esterna che ricopre il cuore è il PERICARDIO, quella interna è l’ENDOCARDIO e tra queste c’è il MIOCARDIO che è un muscolo involontario che fa pompare il cuore.

SISTOLE = contrazione del cuore                                       
DIASTOLE = dilatazione (o rilassamento) del cuore

L’infarto è l’occlusione di un’arteria.

La pressione sanguigna è nella norma fra 80 minima o diastolica e 120 massima o sistolica.
In un adulto il cuore si contrae 60/70 volte al minuto ma la Frequenza Cardiaca (FC) è più alta nei bambini.

La gittata sistolica in una persona a riposo è di circa 70 ml che moltiplicato per 70 battiti dà circa 5 litri di sangue al minuto.

venerdì 21 giugno 2013

7° Lezione

LEZIONE SUL "PEDIATRICO"

Emergenze pediatriche:

Problemi medici comuni:
  1. febbre, dovuta a infezioni virali, se il bambino ha 39°C di febbre spogliarlo e mettergli del ghiaccio sulla testa per disperdere il calore;
  2. convulsioni;
  3. disturbi respiratori;
  4. addome rigonfio;
  5. vomito e diarrea;
  6. ingestione di sostanze tossiche;
  7. inalazione di un corpo estraneo.
Le convulsioni febbrili sono caratterizzate da: perdita di coscienza, della postura (si cade a terra), ipertono (tutti i muscoli tesi), deviazione dello sguardo, scosse, ipotono (tutti i muscoli rilassati), sonnolenza.

Gli spasmi affettivi sono dovuti a cause esterne (come le sgridate dei genitori). Bisogna lasciare il bambino lì perché gli passi da solo visto che lo fa apposta. C'è una predisposizione genetica percepita da un brusco aumento nel tempo. Si manifesta nei bambini tra 6 mesi e 5 anni.

Pavor Nocturnus = paura del buio/notturna

Sonnambulismo e balbuzie sono duvuti a paure, ansie; bisogna guardare i bambini in faccia, rassicurarli e insegnare loro come si fa.

L'epilessia è dovuta a lesioni da parto.

Attacchi epilettici parziali:
  1. motori, il tutto si conclude con perdita di conoscienza e di escrementi;
  2. sensitivi, si sentono strani rumori, gusti, cose;
  3. psichici, paure, déjà vu.
Attacchi epilettici generalizzati:
  1. assenza (perdita di tono muscolare);
  2. tonico-clonica (perdita di tono muscolare e di conoscenza);
  3. atonica (caduta in pochi secondi e movimenti bruschi del corpo);
  4. mioclonica (irrigidimento muscoli facciali o singoli muscoli);
  5. tonica (perdita di tono muscolae e quindi caduta);
  6. clonica (contrazioni muscolari).
Nel caso questi attacchi durino più di 20/30 minuti provocano danni cerebrali con la mortalità del 10%.
L'assenza affligge il 10/20% dei bambini epilettici con breve perdita di consapevolezza ambientale e rapidi movimenti oculari. Terapia: pervietà via respiratorie - ossigeno.
L'aura epilettica è la sensazione che prova l'epilettico proprio prima della crisi e quindi si mette a riparo e in tranquillità; ecco perchè non si vedono molti epilettici adulti in giro.

Difficoltà respiratorie:

Neonato:
  1. materiale estraneo: meconio (= escrementi gelatinosi e nerissimi dovuti a poco sangue nell'intestino), liquido amniotico;
  2. atresìa delle coane (= vie nasali, cioè naso non sturato);
  3.  macroglossìa (= lingua grossa e quindi ostruzione delle vie respiratorie);
  4. atresìa laringèa (= otturazione della laringe);
  5. laringospasmo (da intubazione);
  6. stènosi (= restringimento) o atresìa tracheale (= chiusura della trachea).
Lattante:
  1. laringomalacìa, molto frequente (= moscezza della cartilagine che sostiene la trachea; il bambino assume una posizione con la testa all'indietro).
Bambino con meno di 3 anni:
  1. coup virale (= membrana scura), il più frequente;
  2. tracheite;
  3. corpo estraneo (tosse improvvisa);
  4. coup riccorrente (tosse da foca o abbaiante, terapia: vapore caldo ------> fare doccia calda con bambino (tipo papà con bambino) contro la laringite spastica, dopo le 00:00);
  5. difterite (tosse da foca o abbaiante/da adulti, ogni 10 anni fare SIA antidifterica SIA antitetanica).
Bambino con più di 3 anni:
  1. epiglottite;
  2. postumi da insolazioni (tossici);
  3. corpi estranei;
  4. anafilassi (anamnesi allergica, sibili);
  5. traumi tracheali;
  6. difterite.
Terapia per l'asma= aerosol.

Isolamento (per dare sterilità): USARE mascherina, guanti, camice e soprattutto lavarsi!
  1. stretto;
  2. da contatto;
  3. respiratorio;
  4. BAR (= tubercolosi);
  5. enterico;
  6. da drenaggi e secrezioni.
Lesioni comuni:
  1. lesioni al corpo;
  2. ustioni;
  3. sindrome da maltrattamento;
  4. estremità imprigionate;
  5. ferite e fratture.
Lesioni al corpo, attenzione a:
  1. fuoriuscita di liquidi chiari (liquido CEFALORACHIDIANO) o ematici dalle orecchie o dal naso;
  2. sonnolenza o sopore;
  3. emicrania;
  4. arisoconìa (differenza di grandezza delle pupille);
  5. diplopìa (= vederci doppio);
  6. convulsioni;
  7. vomiti improvvisi (che si verificano solo di mattina);
  8. collo rigido o dolente (più tipico in caso di miningite);
  9. vertigini;
  10. sintomatologia in due tempi;
  11. difficoltà a mantenere la posizione eretta;
  12. dislalìa (= parlare male).

venerdì 14 giugno 2013

6° Lezione

LEZIONE PRATICA
 
Come si prepara una barella occasionale:
Prendere due tubi o due aste di ferro lunghe 3 m ciascuna ed un tappeto. Piegare i ¾ del tappeto sulla 1° asta e poi l’altra parte sulla 2° asta. Il tutto a formare la lunghezza di un corpo umano, circa 50 cm (la lunghezza di un piede di uomo).
I due soccorritori devono  alzare ed abbassare la barella (con l’infortunato sopra) CONTEMPORANEAMENTE.
  
Steccaggi:
Immobilizzare le articolazioni dell’osso fratturato a monte e a valle. Una stecca può essere fatta con qualsiasi cosa: un giornale piegato ad "U", un ramo, una tavoletta di legno, ecc...
Frattura tra gomito e polso: Mettere la stecca dalla parte opposta della frattura ed immobilizzare le articolazioni con mezzi di fortuna come un foulard, piegato a triangolo e ripiegato su se stesso in modo da formare una fascia, poi stringere i nodi SOTTO la stecca. Con un altro foulard piegato a triangolo, con la punta rivolta verso il gomito per sostenere la stecca, legare il braccio al collo. Per essere sicuri che il braccio non si muova ulteriormente legare con un’altra fascia il braccio al busto.
Se si deve soccorrere qualcuno ma non si sa come agire è meglio non fare niente che fare male, quindi rischiare di peggiorare la situazione.

Fasciature:
Si fanno anche per bloccare le emorragie ma ci deve essere sempre circolazione che si  può controllare premendo e lasciando le unghie. Se le unghie diventano bianche e poi tornano rosa allora vuol dire che c'è circolazione.
In caso di morso di serpente, fasciare a monte del morso, nella parte rivolta verso il cuore. Il veleno del serpente attacca il sistema linfatico e quindi non va fatta una fasciatura molto stretta.
In caso di ferita, appoggiare sulla parte lesa un tampone, fatto anche con dei fazzoletti arrotolati, o comunque qualcosa di morbido e assorbente. Per fasciare, partire dalla parte superiore della ferita, lasciare fuori una punta della benda e fasciare obliquamente, sovrapporre un altro giro e man mano che si procede lasciare sempre circa ¼ della fascia non sovrapposta alla precedente. Si può chiudere con un nastro, con un elastico o tagliando direttamente la fascia e facendo un fiocchetto con i lembi.
Per le fasciature a partire dall’inizio del braccio, girare su se stessa la fascia per un paio di volte all’altezza del gomito per permettere al braccio di piegarsi e poi si finisce arrivando fino al polso. Anche per la fasciatura alla mano si rigira due volte la fascia e si chiude al polso.

Quando si usa un antinfiammatorio in bustine si deve mettere un po’ di polverina direttamente sotto la lingua per farla entrare subito in circolo (contro il mal di testa, gambe, ecc.).

giovedì 13 giugno 2013

5° Lezione

La casa è in assoluto il luogo nel quale è più probabile farsi male e mettere in pericolo la salute a qualunque età. Bisogna avere un minimo di bagaglio di 1° pronto soccorso tra le mura casalinghe per affrontare eventi come lividi, ferite, tagli, ecc...

Tagli - ferite - abrasioni:
Batteri, spore, muffe possono contaminare le ferite quindi vanno tolti con acqua corrente per evitare l’infezione e per poi poter disinfettare adeguatamente. In questo caso non bisogna utilizzare il sapone perché potrebbe irritare ancora di più; si devono usare, invece, dei normali antisettici. Per pulire una ferita si deve usare una garza mettendola nel suo centro e sfregando verso l’esterno, pulendo anche la zona "sana" adiacente alla ferita. Inoltre la ferita deve "respirare" con la medicazione e ci deve essere sempre circolazione.

Strumenti  indispensabili da tenere in casa:
  1. Soluzione fisiologica per pulire la ferita;
  2. Antisettico;
  3. Alcool etilico;
  4. Cotone idrofilo e garza sterile;
  5. Cerotti di diversa dimensione;
  6. Reti elastiche tubolari;
  7. Guanti sterili;
  8. Refrigeranti di ghiaccio istantaneo;
  9. Pomata antistaminica, per le punture degli insetti;
  10. Ammoniaca per il veleno delle api o dei calabroni;
  11. Strumenti da tenere nella cassetta del pronto soccorso: forbici, pinzette, lamette, aghi sterili, bisturi, termometro, calamita ( per estrarre aghetto di ferro nell’occhio), ecc...
In caso di ustioni bisogna mettere la zona affetta per parecchio tempo a raffreddare sotto l’acqua corrente. Le vescicole o le bolle da ustioni non vanno mai bucate perché sono più soggette a infezioni.
In caso di ustioni o scottature non bisogna MAI mettere cerotti o coprirle.
Attenzione all’ "arco elettrico", dovuto a riparazioni casalinghe, che provoca ustioni anche gravi. Se la cute assume una temperatura superiore a 45°C la gravità dell’ustione è proporzionale alla temperatura. A 72°C c’è la distorsione completa della cute.

In casa ogni posto è buono per cadere. In caso di botta va fatto un impacco di ghiaccio, ma non a diretto contatto con la pelle.

Gli avvelenamenti sono molto frequenti soprattutto nei bambini tra 1 e 4 anni.
NUMERI UTILI PER CENTRI ANTIVELENO A ROMA:
"Gemelli" (Dott. Borelli): 06.3054343
"Umberto I": 06.49978000

La febbre va considerata una risposta dell’organismo all’infezione e non la causa della malattia, anche se talvolta è giustificato limitarla per attenuare il senso di spossatezza, il mal di testa, i brividi cui solitamente si accompagna. La temperatura corporea interna è di 37,5°C, quella misurata in bocca è inferiore di 0,5°C e quella dell’ascella o dell’inguine è inferiore di 1°C. A più di 40°C si hanno le convulsioni. Sono movimenti involontari, violenti e scoordinati. Si verificano all’improvviso ma passano da soli. Bisogna mantenere la calma ed evitare che il paziente si possa ferire da solo. Infatti bisogna evitare che si morda la lingua mettendogli qualcosa di morbido tra i denti. Per ridurre la febbre si può prendere un antipiretico (come l’aspirina) o fare impacchi di acqua fredda sulla fronte, sotto le ascelle e all’inguine, dove ci sono più vasi sanguigni. Oltre i 41°C la febbre è gravissima. Inoltre bisogna bere molto perché la febbre fa perdere liquidi.
 
Il colpo di calore (o di sole) è dovuto a una lunga esposizione a temperature elevate e a una ridotta assunzione di bevande.

In caso di congelamento bisogna togliere gli indumenti bagnati e bere liquidi caldi. Poi bisogna immergere la parte congelata in acqua calda a 42°C per 30 minuti; questo metodo causa dolore e bruciore ma è molto efficace. L’area corporea "scongelata" deve essere tenuta più in alto al resto del corpo ed è importante evitare che si congeli nuovamente.
L’assideramento è come il congelamento.

Vari tipi di ferite:
  • La contusione (occhio nero) è dovuta a un contatto violento quindi provoca dolore forte.
  • L’abrasione  o l’escoriazione brucia ed è, per esempio, la sbucciatura del ginocchio sull’asfalto.
  • La ferita da taglio è la ferita più frequente.
  • La ferita da punta è piccola ma profonda e quindi pericolosissima.
  • Se l’oggetto che colpisce è grande, come un coltello in pancia, va assolutamente LASCIATO, quindi non estratto, e fasciato con la parte lesa perché fa da tappo alla ferita. Poi bisogna portare subito la vittima in ospedale.  [ La "freccia degli indiani" va spezzata e fatta uscire dall’altra parte del corpo altrimenti distruggerebbe tutto  »------> ]
  • La ferita lacera (lacerazione) è dovuta, per esempio, al morso dei cani e sono pericolose perché possono trasmettere malattie come la rabbia, ecc..Vengono dette anche ferite lacero-contuse.
 
In caso di sanguinamento bisogna usare il buon senso per portare un ferito all’ospedale e non correre come matti per la strada perché si rischia di far uscire ancora più sangue. Alzare la parte sanguinante rispetto al resto del corpo e comprimere direttamente per interrompere il sanguinamento; si può usare anche il manicotto di gomma dello sfigmomanometro (vedi immagine al lato) stringendolo sopra i 200 mm di mercurio.

L’ingestione di un corpo estraneo è caratterizzata dall'assunzione di oggetti o da un boccone troppo voluminoso o secco. Bisogna cercare di farli "andare giù" e se già sono "scesi" verranno espulsi naturalmente. Quindi niente panico!

mercoledì 12 giugno 2013

4° Lezione

Noi siamo composti da milioni di cellule che formano tessuti, che formano organi, che formano apparati (o sistemi). 

L'APPARATO RESPIRATORIO ha la funzione di riossigenare l’anidride carbonica che si accumula nell’organismo.

Vie respiratorie:
  • SUPERIORI: naso, esofago e faringe (riscaldano, umidificano, purificano e conducono aria ai polmoni);
  • INFERIORI: laringe, trachea, bronchi e bronchioli.
Parenchima polmonare: lobi - zone - lobuli - acini (questi ultimi due formano gli alveoli che sono le unità funzionali del polmone).
    La Pleura è la membrana che protegge e separa i polmoni dal resto del corpo.
    Noi respiriamo solo con la parte inferiore dei polmoni.
    Il sistema cardiocircolatorio e quello respiratorio sono collegati e li accomuna la respirazione cellulare, l’ossigeno.
    Il polmone destro ha 3 lobi, il polmone sinistro ha 2 lobi perché la terza parte è occupata dal cuore.
    Noi compiamo 12/14 atti respiratori al minuto.
    Nella prima parte delle vie aeree fino alla 17° generazione (cioè diramazione) non avvengono scambi gassosi. Lo scambio dei gas respiratori avviene a livello dell’unità alveolo-capillare.
    Possediamo 300 milioni di alveoli che, se aperti, coprono una superficie di 100 mq.

    Gli atti respiratori sono:

    • Volontari
    • Involontari
     
    I principali muscoli coinvolti negli atti respiratori sono il diaframma e i muscoli della parte addominale.
    Gli scambi gassosi avvengono tra ossigeno e anidride carbonica.

    Tappe della funzione respiratoria:
    1. ventilazione; 
    2. scambio di gas a livello polmonare;
    3. trasporto di gas;
    4. respirazione cellulare;
    5.  espulsione gas nocivi.
    Se il diaframma è basso i polmoni si riempiono d’aria, mentre se il diaframma è alto i polmoni si svuotano. Abbiamo una pressione negativa rispetto a quella atmosferica.
    Respiriamo 500 ml d’aria che corrispondono anche al volume di un polmone.
    Respiriamo 15 volte al minuto, vale a dire 7500 ml di aria al minuto.
    Attraverso la “Legge di Fick”, cioè per diffusione, avviene lo scambio gassoso.
     
    Il SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO è formato dal cuore, che è la pompa che fornisce al sangue la spinta necessaria per circolare all’interno dei vasi, dalle arterie, che portano il sangue dal cuore ai tessuti, dalle vene, che portano il sangue dai tessuti al cuore, e dai capillari che si interpongono tra gli altri due vasi.
    Il cuore è un muscolo a forma di cono cavo. È rivolto verso sinistra ed ha 2 atri e 2 ventricoli separati da 4 valvole. 

    Ci sono due tipo di circolazioni:
    1. La piccola circolazione che con l’arteria polmonare collega il cuore ai polmoni;
    2. La grande circolazione che con l’aorta collega il cuore con il resto del corpo.

    Il cuore è legato e sorretto dal diaframma e dai polmoni. È rivestito da un “foglietto”, il pericardio, che gli permette di muoversi (in caso di infezione c’è un riversamento del pericardio). Il cuore ha un pacemaker naturale: il nodo senoatriale e il nodo atrioventricolare, più altri meccanismi di riserva nel caso qualcosa non vada. Il cuore ha una capacità contrattile autonoma ma ci sono dei sistemi che lo rallentano o lo accelerano.
    Il sangue venoso sta nella parte destra del cuore e il sangue circola da destra verso sinistra. La parte sinistra del cuore è più grande di quella destra perché deve dare più spinta al sangue per andare in tutto il corpo.

    L’ossigenazione del sangue:

    Entra ossigeno nel sangue ed esce anidride carbonica dal naso.
     
    L’ossigeno non si discioglie nel sangue quindi si lega all’emoglobina contenuta nei globuli rossi. L’emoglobina lega 4 molecole d’ossigeno. Una persona è anemica se lega poco ossigeno all’emoglobina.
    Il sangue è composto da una parte corpuscolare: globuli rossi (5/6 milioni), globuli bianchi (6000/10.000 e fino a 20.000 in caso di malattia) e piastrine; e dal plasma: formato da sostanze nutritizie, di rifiuto, proteiche, sali minerali, anticorpi, e fibrinogeno.
    Il sangue, per tornare verso il cuore, va contro la forza di gravità. Quindi, grazie alle valvole semilunari o a nido di rondine, il sangue NON ha bidirezionalità. Quando non funzionano più, e quindi c’è un piccolo reflusso di sangue (= che torna indietro), si formano le vene varicose.
    La nostra rete capillare è lunga 100 - 120 km.
    Il sistema arterioso ed il sistema venoso viaggiano in parallelo. Anche il SISTEMA LINFATICO (= difese immunitarie) percorre lo stesso tragitto del sistema circolatorio.