venerdì 21 giugno 2013

7° Lezione

LEZIONE SUL "PEDIATRICO"

Emergenze pediatriche:

Problemi medici comuni:
  1. febbre, dovuta a infezioni virali, se il bambino ha 39°C di febbre spogliarlo e mettergli del ghiaccio sulla testa per disperdere il calore;
  2. convulsioni;
  3. disturbi respiratori;
  4. addome rigonfio;
  5. vomito e diarrea;
  6. ingestione di sostanze tossiche;
  7. inalazione di un corpo estraneo.
Le convulsioni febbrili sono caratterizzate da: perdita di coscienza, della postura (si cade a terra), ipertono (tutti i muscoli tesi), deviazione dello sguardo, scosse, ipotono (tutti i muscoli rilassati), sonnolenza.

Gli spasmi affettivi sono dovuti a cause esterne (come le sgridate dei genitori). Bisogna lasciare il bambino lì perché gli passi da solo visto che lo fa apposta. C'è una predisposizione genetica percepita da un brusco aumento nel tempo. Si manifesta nei bambini tra 6 mesi e 5 anni.

Pavor Nocturnus = paura del buio/notturna

Sonnambulismo e balbuzie sono duvuti a paure, ansie; bisogna guardare i bambini in faccia, rassicurarli e insegnare loro come si fa.

L'epilessia è dovuta a lesioni da parto.

Attacchi epilettici parziali:
  1. motori, il tutto si conclude con perdita di conoscienza e di escrementi;
  2. sensitivi, si sentono strani rumori, gusti, cose;
  3. psichici, paure, déjà vu.
Attacchi epilettici generalizzati:
  1. assenza (perdita di tono muscolare);
  2. tonico-clonica (perdita di tono muscolare e di conoscenza);
  3. atonica (caduta in pochi secondi e movimenti bruschi del corpo);
  4. mioclonica (irrigidimento muscoli facciali o singoli muscoli);
  5. tonica (perdita di tono muscolae e quindi caduta);
  6. clonica (contrazioni muscolari).
Nel caso questi attacchi durino più di 20/30 minuti provocano danni cerebrali con la mortalità del 10%.
L'assenza affligge il 10/20% dei bambini epilettici con breve perdita di consapevolezza ambientale e rapidi movimenti oculari. Terapia: pervietà via respiratorie - ossigeno.
L'aura epilettica è la sensazione che prova l'epilettico proprio prima della crisi e quindi si mette a riparo e in tranquillità; ecco perchè non si vedono molti epilettici adulti in giro.

Difficoltà respiratorie:

Neonato:
  1. materiale estraneo: meconio (= escrementi gelatinosi e nerissimi dovuti a poco sangue nell'intestino), liquido amniotico;
  2. atresìa delle coane (= vie nasali, cioè naso non sturato);
  3.  macroglossìa (= lingua grossa e quindi ostruzione delle vie respiratorie);
  4. atresìa laringèa (= otturazione della laringe);
  5. laringospasmo (da intubazione);
  6. stènosi (= restringimento) o atresìa tracheale (= chiusura della trachea).
Lattante:
  1. laringomalacìa, molto frequente (= moscezza della cartilagine che sostiene la trachea; il bambino assume una posizione con la testa all'indietro).
Bambino con meno di 3 anni:
  1. coup virale (= membrana scura), il più frequente;
  2. tracheite;
  3. corpo estraneo (tosse improvvisa);
  4. coup riccorrente (tosse da foca o abbaiante, terapia: vapore caldo ------> fare doccia calda con bambino (tipo papà con bambino) contro la laringite spastica, dopo le 00:00);
  5. difterite (tosse da foca o abbaiante/da adulti, ogni 10 anni fare SIA antidifterica SIA antitetanica).
Bambino con più di 3 anni:
  1. epiglottite;
  2. postumi da insolazioni (tossici);
  3. corpi estranei;
  4. anafilassi (anamnesi allergica, sibili);
  5. traumi tracheali;
  6. difterite.
Terapia per l'asma= aerosol.

Isolamento (per dare sterilità): USARE mascherina, guanti, camice e soprattutto lavarsi!
  1. stretto;
  2. da contatto;
  3. respiratorio;
  4. BAR (= tubercolosi);
  5. enterico;
  6. da drenaggi e secrezioni.
Lesioni comuni:
  1. lesioni al corpo;
  2. ustioni;
  3. sindrome da maltrattamento;
  4. estremità imprigionate;
  5. ferite e fratture.
Lesioni al corpo, attenzione a:
  1. fuoriuscita di liquidi chiari (liquido CEFALORACHIDIANO) o ematici dalle orecchie o dal naso;
  2. sonnolenza o sopore;
  3. emicrania;
  4. arisoconìa (differenza di grandezza delle pupille);
  5. diplopìa (= vederci doppio);
  6. convulsioni;
  7. vomiti improvvisi (che si verificano solo di mattina);
  8. collo rigido o dolente (più tipico in caso di miningite);
  9. vertigini;
  10. sintomatologia in due tempi;
  11. difficoltà a mantenere la posizione eretta;
  12. dislalìa (= parlare male).

venerdì 14 giugno 2013

6° Lezione

LEZIONE PRATICA
 
Come si prepara una barella occasionale:
Prendere due tubi o due aste di ferro lunghe 3 m ciascuna ed un tappeto. Piegare i ¾ del tappeto sulla 1° asta e poi l’altra parte sulla 2° asta. Il tutto a formare la lunghezza di un corpo umano, circa 50 cm (la lunghezza di un piede di uomo).
I due soccorritori devono  alzare ed abbassare la barella (con l’infortunato sopra) CONTEMPORANEAMENTE.
  
Steccaggi:
Immobilizzare le articolazioni dell’osso fratturato a monte e a valle. Una stecca può essere fatta con qualsiasi cosa: un giornale piegato ad "U", un ramo, una tavoletta di legno, ecc...
Frattura tra gomito e polso: Mettere la stecca dalla parte opposta della frattura ed immobilizzare le articolazioni con mezzi di fortuna come un foulard, piegato a triangolo e ripiegato su se stesso in modo da formare una fascia, poi stringere i nodi SOTTO la stecca. Con un altro foulard piegato a triangolo, con la punta rivolta verso il gomito per sostenere la stecca, legare il braccio al collo. Per essere sicuri che il braccio non si muova ulteriormente legare con un’altra fascia il braccio al busto.
Se si deve soccorrere qualcuno ma non si sa come agire è meglio non fare niente che fare male, quindi rischiare di peggiorare la situazione.

Fasciature:
Si fanno anche per bloccare le emorragie ma ci deve essere sempre circolazione che si  può controllare premendo e lasciando le unghie. Se le unghie diventano bianche e poi tornano rosa allora vuol dire che c'è circolazione.
In caso di morso di serpente, fasciare a monte del morso, nella parte rivolta verso il cuore. Il veleno del serpente attacca il sistema linfatico e quindi non va fatta una fasciatura molto stretta.
In caso di ferita, appoggiare sulla parte lesa un tampone, fatto anche con dei fazzoletti arrotolati, o comunque qualcosa di morbido e assorbente. Per fasciare, partire dalla parte superiore della ferita, lasciare fuori una punta della benda e fasciare obliquamente, sovrapporre un altro giro e man mano che si procede lasciare sempre circa ¼ della fascia non sovrapposta alla precedente. Si può chiudere con un nastro, con un elastico o tagliando direttamente la fascia e facendo un fiocchetto con i lembi.
Per le fasciature a partire dall’inizio del braccio, girare su se stessa la fascia per un paio di volte all’altezza del gomito per permettere al braccio di piegarsi e poi si finisce arrivando fino al polso. Anche per la fasciatura alla mano si rigira due volte la fascia e si chiude al polso.

Quando si usa un antinfiammatorio in bustine si deve mettere un po’ di polverina direttamente sotto la lingua per farla entrare subito in circolo (contro il mal di testa, gambe, ecc.).

giovedì 13 giugno 2013

5° Lezione

La casa è in assoluto il luogo nel quale è più probabile farsi male e mettere in pericolo la salute a qualunque età. Bisogna avere un minimo di bagaglio di 1° pronto soccorso tra le mura casalinghe per affrontare eventi come lividi, ferite, tagli, ecc...

Tagli - ferite - abrasioni:
Batteri, spore, muffe possono contaminare le ferite quindi vanno tolti con acqua corrente per evitare l’infezione e per poi poter disinfettare adeguatamente. In questo caso non bisogna utilizzare il sapone perché potrebbe irritare ancora di più; si devono usare, invece, dei normali antisettici. Per pulire una ferita si deve usare una garza mettendola nel suo centro e sfregando verso l’esterno, pulendo anche la zona "sana" adiacente alla ferita. Inoltre la ferita deve "respirare" con la medicazione e ci deve essere sempre circolazione.

Strumenti  indispensabili da tenere in casa:
  1. Soluzione fisiologica per pulire la ferita;
  2. Antisettico;
  3. Alcool etilico;
  4. Cotone idrofilo e garza sterile;
  5. Cerotti di diversa dimensione;
  6. Reti elastiche tubolari;
  7. Guanti sterili;
  8. Refrigeranti di ghiaccio istantaneo;
  9. Pomata antistaminica, per le punture degli insetti;
  10. Ammoniaca per il veleno delle api o dei calabroni;
  11. Strumenti da tenere nella cassetta del pronto soccorso: forbici, pinzette, lamette, aghi sterili, bisturi, termometro, calamita ( per estrarre aghetto di ferro nell’occhio), ecc...
In caso di ustioni bisogna mettere la zona affetta per parecchio tempo a raffreddare sotto l’acqua corrente. Le vescicole o le bolle da ustioni non vanno mai bucate perché sono più soggette a infezioni.
In caso di ustioni o scottature non bisogna MAI mettere cerotti o coprirle.
Attenzione all’ "arco elettrico", dovuto a riparazioni casalinghe, che provoca ustioni anche gravi. Se la cute assume una temperatura superiore a 45°C la gravità dell’ustione è proporzionale alla temperatura. A 72°C c’è la distorsione completa della cute.

In casa ogni posto è buono per cadere. In caso di botta va fatto un impacco di ghiaccio, ma non a diretto contatto con la pelle.

Gli avvelenamenti sono molto frequenti soprattutto nei bambini tra 1 e 4 anni.
NUMERI UTILI PER CENTRI ANTIVELENO A ROMA:
"Gemelli" (Dott. Borelli): 06.3054343
"Umberto I": 06.49978000

La febbre va considerata una risposta dell’organismo all’infezione e non la causa della malattia, anche se talvolta è giustificato limitarla per attenuare il senso di spossatezza, il mal di testa, i brividi cui solitamente si accompagna. La temperatura corporea interna è di 37,5°C, quella misurata in bocca è inferiore di 0,5°C e quella dell’ascella o dell’inguine è inferiore di 1°C. A più di 40°C si hanno le convulsioni. Sono movimenti involontari, violenti e scoordinati. Si verificano all’improvviso ma passano da soli. Bisogna mantenere la calma ed evitare che il paziente si possa ferire da solo. Infatti bisogna evitare che si morda la lingua mettendogli qualcosa di morbido tra i denti. Per ridurre la febbre si può prendere un antipiretico (come l’aspirina) o fare impacchi di acqua fredda sulla fronte, sotto le ascelle e all’inguine, dove ci sono più vasi sanguigni. Oltre i 41°C la febbre è gravissima. Inoltre bisogna bere molto perché la febbre fa perdere liquidi.
 
Il colpo di calore (o di sole) è dovuto a una lunga esposizione a temperature elevate e a una ridotta assunzione di bevande.

In caso di congelamento bisogna togliere gli indumenti bagnati e bere liquidi caldi. Poi bisogna immergere la parte congelata in acqua calda a 42°C per 30 minuti; questo metodo causa dolore e bruciore ma è molto efficace. L’area corporea "scongelata" deve essere tenuta più in alto al resto del corpo ed è importante evitare che si congeli nuovamente.
L’assideramento è come il congelamento.

Vari tipi di ferite:
  • La contusione (occhio nero) è dovuta a un contatto violento quindi provoca dolore forte.
  • L’abrasione  o l’escoriazione brucia ed è, per esempio, la sbucciatura del ginocchio sull’asfalto.
  • La ferita da taglio è la ferita più frequente.
  • La ferita da punta è piccola ma profonda e quindi pericolosissima.
  • Se l’oggetto che colpisce è grande, come un coltello in pancia, va assolutamente LASCIATO, quindi non estratto, e fasciato con la parte lesa perché fa da tappo alla ferita. Poi bisogna portare subito la vittima in ospedale.  [ La "freccia degli indiani" va spezzata e fatta uscire dall’altra parte del corpo altrimenti distruggerebbe tutto  »------> ]
  • La ferita lacera (lacerazione) è dovuta, per esempio, al morso dei cani e sono pericolose perché possono trasmettere malattie come la rabbia, ecc..Vengono dette anche ferite lacero-contuse.
 
In caso di sanguinamento bisogna usare il buon senso per portare un ferito all’ospedale e non correre come matti per la strada perché si rischia di far uscire ancora più sangue. Alzare la parte sanguinante rispetto al resto del corpo e comprimere direttamente per interrompere il sanguinamento; si può usare anche il manicotto di gomma dello sfigmomanometro (vedi immagine al lato) stringendolo sopra i 200 mm di mercurio.

L’ingestione di un corpo estraneo è caratterizzata dall'assunzione di oggetti o da un boccone troppo voluminoso o secco. Bisogna cercare di farli "andare giù" e se già sono "scesi" verranno espulsi naturalmente. Quindi niente panico!

mercoledì 12 giugno 2013

4° Lezione

Noi siamo composti da milioni di cellule che formano tessuti, che formano organi, che formano apparati (o sistemi). 

L'APPARATO RESPIRATORIO ha la funzione di riossigenare l’anidride carbonica che si accumula nell’organismo.

Vie respiratorie:
  • SUPERIORI: naso, esofago e faringe (riscaldano, umidificano, purificano e conducono aria ai polmoni);
  • INFERIORI: laringe, trachea, bronchi e bronchioli.
Parenchima polmonare: lobi - zone - lobuli - acini (questi ultimi due formano gli alveoli che sono le unità funzionali del polmone).
    La Pleura è la membrana che protegge e separa i polmoni dal resto del corpo.
    Noi respiriamo solo con la parte inferiore dei polmoni.
    Il sistema cardiocircolatorio e quello respiratorio sono collegati e li accomuna la respirazione cellulare, l’ossigeno.
    Il polmone destro ha 3 lobi, il polmone sinistro ha 2 lobi perché la terza parte è occupata dal cuore.
    Noi compiamo 12/14 atti respiratori al minuto.
    Nella prima parte delle vie aeree fino alla 17° generazione (cioè diramazione) non avvengono scambi gassosi. Lo scambio dei gas respiratori avviene a livello dell’unità alveolo-capillare.
    Possediamo 300 milioni di alveoli che, se aperti, coprono una superficie di 100 mq.

    Gli atti respiratori sono:

    • Volontari
    • Involontari
     
    I principali muscoli coinvolti negli atti respiratori sono il diaframma e i muscoli della parte addominale.
    Gli scambi gassosi avvengono tra ossigeno e anidride carbonica.

    Tappe della funzione respiratoria:
    1. ventilazione; 
    2. scambio di gas a livello polmonare;
    3. trasporto di gas;
    4. respirazione cellulare;
    5.  espulsione gas nocivi.
    Se il diaframma è basso i polmoni si riempiono d’aria, mentre se il diaframma è alto i polmoni si svuotano. Abbiamo una pressione negativa rispetto a quella atmosferica.
    Respiriamo 500 ml d’aria che corrispondono anche al volume di un polmone.
    Respiriamo 15 volte al minuto, vale a dire 7500 ml di aria al minuto.
    Attraverso la “Legge di Fick”, cioè per diffusione, avviene lo scambio gassoso.
     
    Il SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO è formato dal cuore, che è la pompa che fornisce al sangue la spinta necessaria per circolare all’interno dei vasi, dalle arterie, che portano il sangue dal cuore ai tessuti, dalle vene, che portano il sangue dai tessuti al cuore, e dai capillari che si interpongono tra gli altri due vasi.
    Il cuore è un muscolo a forma di cono cavo. È rivolto verso sinistra ed ha 2 atri e 2 ventricoli separati da 4 valvole. 

    Ci sono due tipo di circolazioni:
    1. La piccola circolazione che con l’arteria polmonare collega il cuore ai polmoni;
    2. La grande circolazione che con l’aorta collega il cuore con il resto del corpo.

    Il cuore è legato e sorretto dal diaframma e dai polmoni. È rivestito da un “foglietto”, il pericardio, che gli permette di muoversi (in caso di infezione c’è un riversamento del pericardio). Il cuore ha un pacemaker naturale: il nodo senoatriale e il nodo atrioventricolare, più altri meccanismi di riserva nel caso qualcosa non vada. Il cuore ha una capacità contrattile autonoma ma ci sono dei sistemi che lo rallentano o lo accelerano.
    Il sangue venoso sta nella parte destra del cuore e il sangue circola da destra verso sinistra. La parte sinistra del cuore è più grande di quella destra perché deve dare più spinta al sangue per andare in tutto il corpo.

    L’ossigenazione del sangue:

    Entra ossigeno nel sangue ed esce anidride carbonica dal naso.
     
    L’ossigeno non si discioglie nel sangue quindi si lega all’emoglobina contenuta nei globuli rossi. L’emoglobina lega 4 molecole d’ossigeno. Una persona è anemica se lega poco ossigeno all’emoglobina.
    Il sangue è composto da una parte corpuscolare: globuli rossi (5/6 milioni), globuli bianchi (6000/10.000 e fino a 20.000 in caso di malattia) e piastrine; e dal plasma: formato da sostanze nutritizie, di rifiuto, proteiche, sali minerali, anticorpi, e fibrinogeno.
    Il sangue, per tornare verso il cuore, va contro la forza di gravità. Quindi, grazie alle valvole semilunari o a nido di rondine, il sangue NON ha bidirezionalità. Quando non funzionano più, e quindi c’è un piccolo reflusso di sangue (= che torna indietro), si formano le vene varicose.
    La nostra rete capillare è lunga 100 - 120 km.
    Il sistema arterioso ed il sistema venoso viaggiano in parallelo. Anche il SISTEMA LINFATICO (= difese immunitarie) percorre lo stesso tragitto del sistema circolatorio.